Verso l’estinzione dei congressi medico-scientifici?

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I convegni organizzati dalle società medico-scientifiche costituiscono un elemento dominante della vita professionale, accademica e sociale. Disponibili in tutte le taglie, da incontri locali, a workshop e simposi regionali-nazionali, sino a mega-congressi internazionali che mobilitano decine di migliaia di medici, ricercatori, espositori e faccendieri vari.

Ma a chi e a che cosa servono i congressi medico-scientifici?

John Ioannidis, della Stanford University, traccia una realtà impietosa che riporta l’utilità dei congressi medico-scientifici per l’assistenza sanitaria prossima allo zero assoluto.

  • Recarsi a eventi di dubbia utilità con mezzi (aereo) che bruciano migliaia di tonnellate di carbonio è un’attività letale che causa i cambiamenti climatici e contribuisce a distruggere il pianeta.
  • Dal punto di vista educazionale è ampiamente documentato che i congressi, basati su metodologie didattiche passive, sono inefficaci nel modificare i comportamenti professionali, il fine ultimo della formazione continua.
  • I congressi medici hanno poco o nulla a che fare con la scienza: gli abstract, selezionati con estrema benevolenza, rappresentano deludenti frammenti di ricerca propagandata per l’occasione, ma destinata al perenne oblio nella letteratura grigia.
  • I produttori di farmaci e dispositivi espongono la loro mercanzia scintillante a un pubblico reso corruttibile dall’invito e costretto, per riconoscenza, ad essere credulone.
  • Gli opinion leader più qualificati hanno in genere curricula così “sfregiati” dai conflitti di interesse che il valore oggettivo delle loro letture è pari a zero.

I congressi medico-scientifici si estingueranno come i dinosauri? Se i medici li riterranno inutili e decideranno di non partecipare, nessuno avrà interesse a finanziarli e indubbiamente scompariranno. Purtroppo, troppi interessi alimentano la sopravvivenza di questi eventi, in grado di sostenere la frammentazione delle specializzazioni mediche, indispensabile all’industria (sponsor) per creare dissenso professionale e diffondere false innovazioni che sostengono il mercato della salute.

Se esiste ancora incertezza sull’inutilità dei congressi, invece, è arrivato il momento di condurre studi adeguati per valutare la loro efficacia, rispetto ad altri metodi di disseminazione della ricerca e di formazione continua, su outcome rilevanti: le competenze dei professionisti, il miglioramento della qualità dell’assistenza, il controllo dei costi.

Seguendo la provocazione di Ioannidis, questa seconda strada impone di randomizzare il prossimo convegno!

 

Fonte: Ioannidis J. Are Medical Conferences Useful? And for Whom? JAMA 2012;307:1257-8.

  1. I congressi sono organizzati dalle società scientifiche che chiedono contributo alle industrie e non capisco perchè sono fatti ogni anno anzichè ogni 2 anni magari. Non si deve generalizzare. Es. al congresso SIFO dove è richiesta la sponsorizzazione di aziende non si fa altro che parlare male delle stesse.Se non si facessero più le industrie sarebbero più che contente.

  2. Che i congressi servano soprattutto per “promuovere” determinati farmaci è un dato di fatto e,tutto sommato, anche le aziende hanno il loro dirittto a farsi un minimo di pubblicità. Si può dire che i congressi servono per socializzare,nei limiti del possibile, e per rilassarsi un poco dalla tensione che si accumula praticando la Medicina

  3. Penso che l’importanza di un congresso medico risiede non tanto nel reale aggiornamento professionale, oggi possibile tramite pubmed o altri siti web di medicina, quanto nella possibilità di scambiare opinini con colleghi di altre specialità, sembra nel concetto dell’importanza dell’Interdisciplinarietà nella cura e trattamento di varie patologie

  4. mariangela dardani

    Non si riescono a visionare gli altri commenti.
    Si leggono tutti sovrapposti !!
    Si può fare qualcosa?
    Saluti
    Mariangela Dardani

  5. Ioannidis dice quello che molti pensano e calca la mano. Sul piano stretamente tecnico scientifico la sua affermazione fa poche pieghe. Non ammette però che gli incontri favoriscono uno scambio tra professionisti che spesso si confrontano con i colleghi che operano in altre realtà in quelle sole occasioni. Le buone pratiche ed i vari modelli organizzativi sono messi inoltre in evidenza e rappresentano uno stimolo per molti. Non buttiamo tutto a mare quindi ma revisioniamo la formula rendendo più severa la selezione degli argomenti da trattare favorendo relatori “esperti in esperienza” che espongono le loro esperienze con i loro dati e riducendo sino ad annullare gli interventi dei collettori di articoli scentifici sempre disponibili in rete. Favoriamo inoltre incontri brevi, monotematici ed a forte interattività. Fose l’interesse riprende.

  6. Al termine della mia carriera ospedaliera mi sono reso conto di aver partecipato a tantissimi Congressi. Tanto denaro sprecato, tanti Colleghi rampanti, nulla di veramente interessante. Solo curiosità.

  7. Sarà difficele togliersi il giogo.Solo l’amore per la cultura e per il paziente possono costringere nuovamente a studiare.I medici solitamente studiano poco o almeno non continuità. I pazienti pongono spesso problemi che non sono facili da risolvere e tali problemi potrebbero esere uno stimolo adeguato a studiare . In ospedale , negli USA, sono i vecchi che leggono eccorregono i lavori dei giovani colleghi…studiano per loro.Insieme ll’iniziativa personale , il medico dovrebbe avere il coraggio di esprimere la propria opinione sui carrozzoni che sono i vari “ordini dei medici” ( non a caso uso la minuscola) fonti del nulla e paradisi del niente. Un ruolo diverso dovrebbe essere all’”ordine” del giorno il più presto possibile…magari passando attraverso il disordine!

  8. Verissimo quello che dice Ionnidis; lo dico da tempo ma non l’ho pubblicato. Ma chi paga per l’aggiornamento dei medici in un periodo di scarse risorse che sono appena sufficienti per mantenere il SSN? Come si fa con uno stato che non ti aiuta e non permette nemmeno la detrazione di quello che spendi? Chi rimborsa la partecipazione ai corsi ? le ASL o le aziende ospedaliere pubbliche e private non hanno fondi e tendono sempre di più alla formazione interna spesso anche con professionisti non sempre adeguati per fare formazione, Allora cosa fare? Da noi non ci sono soluzioni, rimarremo così anche perchè le Società Scientifiche si reggono spesso proprio grazie ai contributi delle aziende farmaceutiche. E allora?

  9. [...] Verso l'estinzione dei congressi medico-scientifici? | Il Blog di Nino …Disponibili in tutte le taglie, da incontri locali, a workshop e simposi regionali- nazionali, sino a mega-congressi internazionali che mobilitano decine di migliaia …www.ninocartabellotta.it/…/verso-lestinzione-dei-congressi-me… [...]

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