Quando l’analfabetismo sanitario uccide

A A A

Una delle linee di azione del progetto lanciato dalla Fondazione GIMBE – La Salute non ha prezzo, ma la Sanità costa a tutti: salviamo il SSN – è “Migliorare il grado di alfabetizzazione sanitaria e informare adeguatamente i cittadini sull’efficacia, appropriatezza e sicurezza degli interventi sanitari”.

Ma quali evidenze supportano questa linea di intervento? Eccone una fresca di giornata pubblicata dal BMJ: l’analfabetismo sanitario negli anziani aumenta la mortalità!

Valutata la capacità di conoscenza di semplici istruzioni scritte per assumere una compressa di aspirina, 7857 pazienti inglesi di età superiore a 52 anni sono stati seguiti per oltre 5 anni, documentando che quelli “a basso alfabetismo sanitario” hanno un rischio di mortalità per tutte le cause di 1.40, rispetto ai pazienti “ad elevato alfabetismo sanitario”, dopo aggiustamento per caratteristiche personali, posizione socio-economica, status di salute di base e stili di vita.

E’ indubbio che il coinvolgimento dei pazienti è una strategia irrinunciabile dei sistemi sanitari del terzo millennio, ma non si può ignorare il fenomeno dell’analfabetismo sanitario e la conseguente necessità di introdurre adeguate misure istituzionali.

Se nel Regno Unito un terzo dei pazienti anziani non è in grado di leggere nemmeno basilari informazioni scritte, provate a stimare i corrispondenti valori dell’hazard ratio nei nostri anziani, in particolare in alcune aree del centro-sud.

Personalmente scommetto su un hazard ratio a due cifre, spia di una ecatombe da analfabetismo sanitario!

 

Fonte: Bostock S, Steptoe A. Association between low functional health literacy and mortality in older adults: longitudinal cohort study. BMJ 2012;344:e1602