Quando vivere di più… non equivale a morire di meno

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Dopo la pubblicazione del post sullo screening del carcinoma della prostata, oltre ad alcune mail private, numerosi commenti hanno espresso un dissenso comune per aver messo in discussione il sacro principio che lo screening, in quanto strategia di prevenzione, è efficace per definizione.

Un paio di mail private facevano riferimento agli slogan contenuti nel manifesto della campagna di sensibilizzazione agli screening per la prevenzione dei tumori promossa qualche anno fa dal Ministero della Salute in collaborazione con la Lega Italiana per la lotta contro i Tumori.

 

 

 Provo a chiarire la mia posizione.

  • La diagnosi precoce non sempre migliora gli esiti della malattia e alcune volte li peggiora
  • Un programma di screening di popolazione dovrebbe essere introdotto solo sulla base di consistenti prove di efficacia
  • Se queste mancano e/o sono contraddittorie la scelta migliore è quella di non introdurre il programma di screening
  • I benefici degli screening sono spesso sovrastimati
  • I rischi degli screening sono frequentemente minimizzati o, addirittura, ignorati
  • E’ essenziale una corretta comunicazione sui benefici e sui rischi degli screening, perché i cittadini invitati a partecipare a programmi di screening hanno il diritto di ricevere sempre informazioni equilibrate

A proposito di comunicazione, sapete perché numerosi screening oncologici aumentano la sopravvivenza ma non riducono la mortalità?

Perché i ricercatori riportano l’efficacia dello screening utilizzando il tasso di sopravvivenza e non quello di mortalità: in questo modo l’anticipazione diagnostica ottenuta grazie allo screening allunga la sopravvivenza (i pazienti vengono a conoscenza della malattia prima della sua naturale insorgenza), ma non riduce la mortalità!

Anche se riferiti esclusivamente ai tre screening oncologici di efficacia documentata (mammella, collo dell’utero e colon retto), i due slogan contenuti nel manifesto della campagna di sensibilizzazione allo screening di cui sopra, rischiamo di essere estremamente fuorvianti per due ragioni:

  • Si scrive screening, si legge prevenzione dei tumori è uno slogan facilmente estensibile a tutti gli screening oncologici di efficacia non documentata.
  • Allunga la linea della tua vita, messaggio rappresentato graficamente sulla mano di una graziosa fanciulla - oltre a evocare esoteriche chiavi di lettura - comunica un vantaggio inesistente di quegli screening che… aumentano la sopravvivenza senza ridurre la mortalità.

Vivere di più senza morire di meno non è un gioco di parole, ma solo una raffinata strategia comunicativa per enfatizzare i benefici dello screening!

  1. Oltretutto, gli screening oncologici di efficacia documentata, che perciò allungano la sopravvivenza, riducendo anche al mortalità, causano purtroppo peggioramento della qualità di vita conducendo a sindrome depressiva…… anticipata anche di molti anni!

  2. non è solo il lead time bias ad allungare apparentemente la sopravvivenza nelle persone sottoposte a screening per tumori: anche il lenght time bias e lo overdiagnosis bias fanno la loro parte.
    La riduzione di mortalità non appare tanto ben documentata neanche nello screening del cancro del seno: sembra tale solo negli studi condotti con metodologie piuttosto soft (Goetsche), mentre gli studi ben fatti non confermano questa conclusione.