Categoria: Articoli

Incentivi ai medici: P4P o PPT?

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In sanità il termine incentivi evoca un ben noto fenomeno atmosferico, la pioggia, considerata la modalità sindacal-popolare con cui vengono oggi distribuiti gli incentivi ai professionisti sanitari.

Negli ultimi anni in letteratura si è affacciato il termine P4P che, lungi dall’identificare una nuova loggia massonica, definisce una strategia (pay-for-performance) che lega gli incentivi economici al raggiungimento di specifici indicatori di qualità.

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Cefalea: quando la clinica conta più dell’imaging

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La cefalea, oltre ad essere una condizione frequente e difficile da trattare, è causa frequente di richieste inappropriate di imaging cerebrale (TAC, RMN) condizionate dalla medicina difensiva e con il solo scopo di rassicurare i pazienti.

Escluse le cause gravi di cefalea (infezioni, tumori, emorragie, arteriti), il maggior impatto sanitario, economico e sociale riguarda le cefalee primarie (cefalea a grappolo, emicrania, cefalea di tipo tensivo) e le cefalee da abuso di farmaci.

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Fratture da fragilità: come identificare i soggetti a rischio?

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L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da aumento della predisposizione alle fratture, in particolare le fratture da fragilità, conseguenti a forze meccaniche che normalmente non causano fratture.

Nonostante l’utilizzo indiscriminato, la sola densitometria ossea non costituisce l’approccio migliore per identificare i soggetti a elevato rischio di frattura da fragilità che si verificano spesso in soggetti non affetti da osteoporosi.

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Il paziente soddisfatto costa troppo e sta peggio

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Secondo la definizione dell’Institute of Medicine, l’assistenza centrata sul paziente “rispetta le preferenze, i bisogni e i valori del paziente individuale e assicura che siano tali valori a guidare tutte le decisioni cliniche”.

La soddisfazione del paziente è un concetto differente che affonda le radici nel mercato dei consumatori (customer satisfation) e misura quanto i prodotti o i servizi soddisfano le aspettative del cliente.

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Spending review: la soddisfazione nascosta dei professionisti?

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Nelle polemiche che hanno accompagnato il doloroso processo di spending review, nessuno ha citato l’art. 6 (Qualità professionale e gestionale) del Codice di Deontologia Medica:  “il medico agisce secondo il principio di efficacia delle cure nel rispetto dell’autonomia della persona tenendo conto dell’uso appropriato delle risorse”.

Considerata l’urgenza delle misure previste dal Ministero della Salute nel processo di spending review, è inevitabile e indispensabile il coinvolgimento dei medici che non possono più lamentarsi di tagli indiscriminati se non collaborano con la loro professionalità a individuare e contenere gli sprechi evitabili.

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Quando troppi esami diagnostici fanno male

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La copertina di un disco più bella di tutti i tempi? I risultati di un sondaggio lanciato da MusicRadar decretavano, il 16 maggio 2011, il successo di The dark side of the moon dei Pink Floyd. Poco più di un anno dopo, il 29 maggio 2012, il prestigioso British Medical Journal pubblica un articolo dal titolo inquietante: come prevenire l’overdiagnosis per smettere di danneggiare la salute.

Ma, al di là della mia passione per la musica e il BMJ, quale filo lega l’overdiagnosis con la faccia oscura della luna?

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Medico, dimmi come ti aggiorni e ti dirò che uccello sei

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“Quando arriverò in Paradiso chiederò a Dio: Riusciremo mai a risolvere il problema del sovraccarico di informazioni scientifiche? Sicuramente! – sarà la sua risposta – ma non durante il corso della mia vita!”

Anche se – come enfatizzato dal botta e risposta con Dio – il problema del sovraccarico di informazioni non potrà mai essere risolto, Richard Smith ha delineato quattro strategie di aggiornamento dei medici, identificate da altrettanti volatili, più o meno simpatici.

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Medicina centrata sul paziente? No, grazie…

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La signora Maria consulta un ortopedico per un fastidioso dolore all’anca insorto da qualche mese: il chirurgo non ritiene necessario un intervento e invia la paziente al reumatologo che, in assenza di malattie infiammatorie, la indirizza a un fisiatra che, a sua volta, decide di affidarla a un terapista della riabilitazione il quale, finalmente, inizia la terapia.

Ciascun professionista è stato competente, appropriato e autorevole, ma la signora Maria è stata trasformata in un pacco sballottato, assillato, frustrato e, verosimilmente anche impoverito.

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Quando gli interessi non vanno nella stessa direzione…

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In un sistema sanitario gli obiettivi dovrebbero essere condivisi tra tutti gli stakeholders (letteralmente, i portatori di interessi): cittadini, pazienti, organizzazioni sanitarie pubbliche e private, istituzioni di politica sanitaria, professionisti, società scientifiche, industria, etc.

In realtà, gli obiettivi dei vari stakeholders non sono sempre convergenti e talvolta sono addirittura conflittuali: contenimento dei costi, profitti, elevati standard di qualità, soddisfazione degli utenti, semplificazione di accesso ai servizi, disponibilità di tecnologie avanzate, autonomia professionale, efficienza, produttività, etc. In un momento critico in cui la sostenibilità del sistema pubblico è costantemente in bilico tra inappropriatezze e tagli indiscriminati, come riallineare gli obiettivi di tutti gli stakeholders?

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L’Italia è unita… dalle diseguaglianze regionali

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Nel marzo 2011 i festeggiamenti per l’unità di Italia hanno attraversato il Paese in lungo e in largo: d’altronde 150 candeline non si spengono tutti gli anni. Ovviamente, un Paese unito con un sistema sanitario pubblico ispirato dai principi dell’equità e della solidarietà dovrebbe garantire gli  stessi Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria da nord a sud e da est a ovest: da Predoi a Lampedusa e da Otranto a Bardonecchia.

E invece… le diseguaglianze in sanità regnano sovrane. 

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