Un’assistenza sanitaria migliore a costi ridotti

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In un momento storico in cui la sanità italiana attraversa un momento di crisi di sostenibilità senza precedenti, il titolo del post potrebbe sembrare una battuta infelice, e invece…

…invece Best care at the lower costs è il titolo di un report dell’Institute of Medicine (IOM) che propone soluzioni multifattoriali per migliorare il value dell’assistenza sanitaria, inteso come il miglior risultato di salute ottenuto per unità monetaria utilizzata.

Secondo il report dell’IOM la sanità oggi è “vittima dei progressi della scienza”: infatti, la sostenibilità di tutti i sistemi sanitari è minata dalla eccessiva disponibilità di tecnologie sanitarie che, immesse dai produttori sul mercato in numero sempre crescente, incrementano i costi senza produrre benefici e, talvolta, aumentando i rischi per i pazienti. Inoltre, se non è mai mancata la consapevolezza che i medici possono essere responsabili di undertreatment, lo IOM sottolinea che oggi stanno emergendo numerose evidenze sull’eccesso di medicalizzazione -  overdiagnosis e overtreatment  - con risvolti medico-legali, in gran parte ancora sconosciuti.

Il report delinea tre aree fondamentali di ricerca e sviluppo: incrementare la diffusione e l’utilità delle tecnologie informatiche, migliorare le capacità organizzative e la scienza del management e porre il paziente al centro del sistema sanitario (patient-centered care). In particolare, il report auspica l’avvento di un sistema sanitario basato sull’apprendimento permanente, in grado di allineare scienza, tecnologie informatiche, relazioni medico-paziente, incentivi e cultura, al fine di promuovere tempestivamente il miglioramento continuo dell’efficacia e dell’efficienza dell’assistenza sanitaria.

Sebbene in Italia, sotto il vessillo di una sanità pubblica gratuita ed equa, il “triplete” costi elevati + assicurazioni + diseguaglianze non abbia mai suscitato grandi entusiasmi nei confronti della sanità USA,  la sfida lanciata dalla Obamacare è meritevole di attenzione per l’impegno e la solidarietà di tutte le categorie di stakeholders per limitare gli sprechi

Intanto, nel nostro Paese la scomposta fibrillazione conseguente ai 25 mld di euro di tagli in un rovente clima pre-elettorale di proclami e desiderata, genera ben altre reazioni: ciascuna categoria di stakeholders manifesta esclusivamente l’esigenza di mantenere i privilegi acquisiti, di ampliare la propria sfera di potere e interessi , senza cedere nulla nell’interesse del SSN e, soprattutto, del paziente.

 

Fonte: Cartabellotta A. Più assistenza con meno risorse: mission impossible o realistico miraggio? Il Sole 24 Ore Sanitá 2013;19-25 febbraio 2013:14-16

  1. Il problema dei costi in sanità passa certamente da una crescente innovazione, però alterata dall’uso inappropriato che a sua volta cresce per eccessivo ricorso a contenziosi di natura medico-legale. Questo però è anche determinato dalla presa di coscienza di una utenza sempre più consapevole dei propri bisogni e diritti, quindi dalla partecipazione diretta nel processo. Un’altra determinante va considerata, a mio parere, nella eccessiva aziendalizzazione e conseguente burocrazia che determina automaticamente lievitazione di costi sottraendoli all’assistenza vera e propria. I Direttori Generali ed amministrativi per esempio, rappresentano a mio avviso, delle figure ridondanti in quanto tutto viene gestito a livello regionale creando una farraginosa linea di comando a volte non correttamente interpretata.

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