Belli, abbronzati, con il melanoma in agguato

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Da siciliano narcisista trapiantato a Bologna non perdo mai l’occasione per catturare i raggi del sole, in qualunque stagione e nei luoghi più impensati, potenziando l’azione dei raggi UV con una “cremina magica” che porto sempre dietro.

Tuttavia, guardo sempre con una certa preoccupazione chi sfoggia un colorito visibilmente artificiale conquistato in affollati “Centri Abbronzatura”, la cui soglia non è mai stata varcata dal sottoscritto.

Ma quali sono i rischi per la salute di “bagni e docce” di raggi UV, il cui uso oggi si è diffuso in maniera esponenziale in tutte le fasce di età, in particolare negli adolescenti e nei giovani adulti?

Da molti anni è noto che l’esposizione ai raggi UV, sia solari che da fonti artificiali, aumenta il rischio di tumori della pelle, in particolare del melanoma. Già nel 2007 una meta-analisi dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) aveva documentato che nei soggetti che si espongono continuamente a lampade e lettini solari – rispetto a chi non si è mai esposto – aumenta il rischio di melanoma, in particolare se la prima esposizione si verifica prima dei 35 anni. Sulla scorta di tali evidenze l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato i lettini abbronzanti come carcinogeni di gruppo 1, analogamente al fumo di tabacco e all’asbesto.

Due revisioni sistematiche pubblicate sabato scorso dal British Medical Journal, confermano definitivamente che le strategie di prevenzione dei tumori della pelle passano dalla consapevolezza sociale dei rischi dei lettini abbronzanti, ma anche da norme precise sul loro utilizzo.

  • Boniol et coll. confermano il rischio di melanoma associato ai lettini solari, in particolare per chi inizia l’esposizione prima dei 35 anni. Tale associazione rimane significativa restringendo la revisione agli studi che hanno aggiustato per fattori confondenti quali l’esposizione solare e il fototipo. Il dato più inquietante riguarda l’associazione dose-risposta: il rischio di melanoma aumenta del 1.8% per anno (limiti di confidenza 0-3.8%) per ogni esposizione aggiuntiva. Gli autori stimano che, evitando l’esposizione ai lettini solari, nell’Europa occidentale potrebbero essere prevenuti oltre il 5% dei casi di melanoma (quasi 3.500 ogni anno).
  • Wehner et coll. esaminano invece il rischio del carcinoma a cellule basali e del carcinoma a cellule squamose che, per la loro minore aggressività, hanno ricevuto meno attenzione del melanoma. Anche per queste neoplasie esiste un’associazione positiva con l’esposizione ai lettini solari e il rischio è più elevato per chi inizia a “distendersi” prima dei 25 anni. La relazione dose-risposta viene evidenziata per il carcinoma a cellule basali, mentre non è chiara per quello a cellule squamose.

In Italia, con notevole ritardo rispetto ad altri paesi, il Decreto 12 maggio 2011, n. 110 ha vietato l’utilizzo di lampade per l’abbronzatura ai minori di 18 anni, alle donne in gravidanza e ai soggetti che hanno sofferto o soffrono di neoplasie o che si scottano con facilità a seguito dell’ esposizione a raggi solari. Quale sia il reale grado di osservanza di tali norme non è noto saperlo e, in ogni caso, il rischio elevato permane anche dopo i 18 anni nei giovani adulti, suggerendo che tale limite di età è stato definito più per la responsabilità della scelta che per implementare le evidenze scientifiche.

Cari giovani (e meno giovani), oggi robuste evidenze documentano che l’esposizione alle radiazioni UV artificiali aumenta il rischio dei tre principali tumori della pelle e il profilo beneficio-rischio di tale esposizione è particolarmente svantaggioso: potrebbe diventare favorevole solo se la possibilità di essere ben abbronzati in tutte le stagioni vi permette tali vantaggi sociali ed economici da accettare il rischio di sviluppare un tumore della pelle!

In ogni caso, il “metodo Cartabellotta” funziona, non costa nulla e “dovrebbe” essere meno rischioso.

 

Fonti

 

  1. Premessa. Sono neutrale, ma sicuramente come in molte cose la parola d’ordine è NON ABUSARE! Ma esiste un post o simili in cui si dice, ovviamente a seconda del tipo di pelle, dopo quante esposizioni è rischioso e può provocare un melanoma?
    Anche perchè su altri post si sottolinea quanto invece l’abbronzatura artificiale possa far bene

  2. Finalmente qualcuno ne parla…perché il punto è proprio questo: gli studi esistono, come pure le revisioni sistematiche che combinano i risultati dei diversi studi, ma poi quanto si fa per rendere la gente comune consapevole dei rischi per la salute legati ad alcuni costumi? A mio avviso troppo poco!!!