Caro medico… ma quanto mi costi?

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Una prescrizione basata sulle evidenze permetterebbe risparmi paragonabili con quelli della spending review? “Il recupero di risorse potrebbe essere addirittura superiore”, risponde Nino Cartabellotta, sostenendo che ormai l’etica dei costi è indissolubilmente legata alla professionalità dei medici e all’EBM. In sintesi, è arrivato il momento di integrare il termine appropriatezza con quello di value-based health care.

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Alla presentazione del rapporto OsMed si è detto che gli italiani sono malati di farmaci: in particolare è stato fatto l’esempio dei sartani (prove modeste di superiorità versus ace-inibitori) e delle statine (prove insufficienti di efficacia in prevenzione primaria). È possibile ridurre la spesa farmaceutica senza alcun rischio per la salute dei cittadini?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization. Rational use of medicines. Fact sheet N°338, May 2010) ha riportato che oltre la metà di tutti i farmaci sono prescritti, somministrati o venduti in maniera inappropriata; oltre metà dei pazienti non assumono correttamente i farmaci prescritti…

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  1. piersante sestini

    Aggiungerei gli inibitori di pompa protonica (prescritti impropriamente -cioòè con più rischio di danno che di beneficio- in oltre il 65% dei casi) e le poliprescrizioni: vedo pazienti con terapie di 6 -7 farmaci, con rischi di interazione notevoli… e potremmo continuare anche con gli screening e gli interventi chirurgici.
    Il fatto è che il SS non si preoccupa che si curino le persone, ma che si facciano prestazioni: macinare visite di 10-15 minuti dove non si può ragionevolmente pensare di prendersi cura di alcuno, ma solo di aggiungere un farmaco in più e di fare un’altra tacca sulle liste d’attesa del CUP e il raggiungimento del mitico budget. La causa principale di inappropritezza sono le direzioni aziendali e la loro concezione fordista della sanità basata sul numero di prestazioni e non sulla loro qualità.