E se la “bibbia” della salute mentale fosse adulterata?

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Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) è la “bibbia della psichiatria” che definisce i criteri diagnostici per le malattie mentali e i relativi trattamenti.

Visto che è in fase di preparazione la quinta edizione, cosa potrebbe succedere se il giudizio di “autori sacri” ed “evangelisti” fosse contaminato da conflitti di interesse? Che normali esperienze umane rischierebbero per incanto di trasformarsi in epidemie di malattie mentali dove persone assolutamente sane verrebbero etichettati come malati e sottoposti, senza alcuna necessità, a cure psicofarmacologiche. 

Lisa Cosgrove e Sheldon Krimsky hanno recentemente analizzato i conflitti di interesse finanziari dei membri dell’America Psychiatric Association (APA) responsabili dell’aggiornamento del DSM: quasi il 70% dei componenti della task-force attuale dichiara relazioni finanziarie con l’industria farmaceutica (rispetto al 57% del gruppo che ha aggiornato il DSM-4). La percentuale raggiunge l’83% per il gruppo “disordini psicotici” e fa bingo (100%) in quello “disturbi del sonno”. In altre parole, la maggior parte degli esperti responsabili di definire criteri diagnostici e relativi trattamenti per le malattie mentali hanno relazioni finanziarie con le aziende che producono e vendono farmaci per la salute mentale.

Poiché è ampiamente riconosciuto che i conflitti di interessi finanziari compromettono l’obiettività e l’integrità in medicina, la comunità scientifica e i media hanno sollevato legittime preoccupazioni. Tuttavia, se l’influenza dei conflitti di interesse sulle raccomandazioni cliniche delle linee guida è stata descritta in tutte le specialità mediche, perché tutta questa enfasi sui conflitti di interesse dell’APA e, più in generale, della psichiatria?

  1. La psichiatria è stata negli ultimi anni al centro di numerose polemiche: è la specialità che riceve dall’industria più denaro di altre specialità, sono descritte e identificate numerose frodi scientifiche (ghostwriting, mancata pubblicazione di studi negativi) e vari studi hanno documentato conflitti di interesse nella promozione di farmaci psicotropi.
  2. L’APA rappresenta l’autorità mondiale per la salute mentale e il DSM lo strumento diagnostico di riferimento per le malattie mentali: in altri termini i giudizi del panel APA che sta aggiornando il DSM, definiscono i criteri diagnostici delle malattie mentali, legittimando alcuni disturbi e disconoscendone altri e decidono chi trattare e con quali terapie.
  3. Il DSM non è un manuale destinato esclusivamente ai professionisti sanitari, ma è utilizzato da compagnie assicurative, ospedali, tribunali, carceri, scuole, ricercatori, giudici e agenzie governative, etc. Pertanto, la nomenclatura, i criteri e la standardizzazione delle malattie mentali del DSM hanno un enorme impatto sanitario, sociale, culturale, giuridico ed economico.
  4. L’espansione di categorie diagnostiche e le nuove diagnosi del DSM rappresentano una “miniera d’oro per l’industria farmaceutica”: a tal proposito molti specialisti temono che l’ampliamento dei criteri diagnostici sottragga alla normalità, “patologizzandoli”, numerosi comportamenti ordinari, espandendo il mercato dei farmaci. Ecco che un capriccio infantile viene classificato come “disturbo distruttivo da regolazione dell’umore”; che a una vedova triste per oltre due giorni viene diagnosticato un “rilevante disturbo depressivo ”; che in una battaglia legale per l’affidamento dei figli, questi rischiano di ammalarsi di “disturbo da alienazione genitoriale”, se la madre tenta di metterli contro il padre (o viceversa).
  5. Almeno il 20% dei finanziamenti dell’APA proviene dall’industria farmaceutica e lo stesso DSM costituisce un grande business (il DSM-4 ha venduto oltre un milione di copie)
  6. Nel 2007 l’APA aveva già definito per i membri coinvolti nella revisione del DSM-5, una policy sui conflitti di interesse che, per la prima volta, ha previsto la disclosure esplicita delle relazioni finanziarie con l’industria 

Possiamo ancora ritenere accettabile, nel 2012, che lo status di salute mentale dell’intero pianeta sia affidato solo a un gruppo di esperti che intrattiene simili “relazioni pericolose” con l’industria farmaceutica?

Considerato che la pubblicazione del DSM-5 è prevista nel maggio 2013, gli Autori si chiedono se un anno di tempo sia sufficiente all’APA per apportare alla policy sui conflitti di interesse quelle modifiche radicali che permettano di raggiungere l’ambizioso obiettivo dichiarato con grande enfasi di un “processo trasparente nello sviluppo del DSM e… un DSM evidence-based, privo di bias e non influenzato da conflitti di interesse?

Se è troppo tardi aspetteremo pazientemente il DSM-6, oppure sin da ora proponiamo di modificare il significato dell’acronimo DSM: Dedicato Solo alle Medicine!

 

Fonti: Cosgrove L, Krimsky S. A Comparison of DSM-IV and DSM-5 Panel Members’ Financial Associations with Industry: A Pernicious Problem Persists. PLoS Med 2012;9(3): e1001190.

The PLoS Medicine Editors. Does Conflict of Interest Disclosure Worsen Bias? PLoS Med 2012;9(4): e1001210.

  1. luisa. vedovotto

    da chi sono formulate e/o accreditate le Linee-Guida comparse come un fulmine a sostituire la semeiotica e il ragionamento clinico nell’ambito medico?

    Non sono mai riusciuta a capire la loro utilità, se non per scopo medico-legale.

  2. LORENZO FILIPPONE

    Il problema reale é chi fa ricerca indipendente in psichiatria.
    Chi investe sugli interventi psicoterapici nel servizio sanitario pubblico?
    Chi investe e fa ricerca sugli interventi riabilitativi a lungo termine per i pazienti cronici?

  3. Roberto Santi

    Vi propongo la lettera inviata a tutti i Colleghi della mi ASl come “responsabile per l’informazione biomedica”:
    Cari Colleghi, come vedete, da tempo, sono piuttosto Evidence Oriented.
    Potrebbe risultare un pochino deprimente non ricevere alcun feed back ogni volta che pongo alla nostra attenzione un qualche argomento di rilevanza medica.
    Non so se è la leva dell’interesse che cala veli potenti sull’informazione o se questo velo si chiama invece “demotivazione”.
    Non facile comprenderlo. Il silenzio offre troppe interpretazioni.
    Lo spirito del naufrago che affida un messaggio ad una bottiglia ed alle correnti, prevale.
    Eppure, mai come oggi sarebbe importante una riflessione sul nostro significato di “essere Medici”, piuttosto che al nostro “fare i Medici”.
    Ecco, e questa è la proposta che Ti faccio – e facendo questo spero in un piccolo feed back – che potrebbe anche essere una diagnosi di sindrome didimoclastica, che in tempi di diseases mongering farebbe la sua bella figura nosologica.
    La proposta, dicevo: perchè non fare incontri, anche a piccolissimi (microscopici) gruppi, all’interno dei quali riflettere sulle ragioni che ci hanno portato, anni fa, a scegliere questo mestiere considerandolo una Missione: per capire il significato dell’informazione biomedica e delle sue trappole, per capire i bisogni dei Pazienti, che sono anche buone parole, per capire i nostri bisogni, che sono anche libertà di pensiero.
    Gaddo… è su questo, credo, che dovrebbe orientarsi almeno parte delle nostre energie. Riprendiamo i discorsi da dove li abbiamo lasciati.
    Qui sotto trovate l’ultima riflessione di Nino Cartabellotta di GIMBE. Non riguarda solo gli Psichiatri. Il metodo riguarda tutti, proprio tutti Noi.
    Un affettuoso saluto.
    Roberto Santi

    P.S. Copiatela e inviate a tutti i Medici che conoscete. Oppure ditelo con parole Vostre, ma ditelo. Il cambiamento della Medicina viaggia sulle gambe dei Pazienti

  4. Matilde Leonardi

    Interessante il suo commento, peccato che lei non sia nè Mario Maj, presidente APA, nè Shakar saxena, Director Mental health WHO, nè il Presidente di altri organismi internazionali rilevanti per avere una discussione serena su questo problema che tocca ugualmente anche ICD-11, che nel suo panel per la salute mentale ha quasi tutti quelli che fanno il DSM.
    Le propongo una tavola rotonda internazionale su questo tema e con le persone che le ho scritto più altri 6-7 esperti. E pubblicare su Lancet il risultato del dibattito. Cordiali saluti.

    • Vincenzo Fricchione Parise

      Mario Maj è stato Presidente del WPA sino a pochi mesi orsono (non dell’APA)ed ha sempre posto,ad onor del vero, il problema dei conflitti d’interesse al centro di numerosi suoi interventi;conflitto che non riguarda solo la psicofarmacologia ma anche le psicoterapie. Già col DSM-IV si è assistita all’esplosione delle diagnosi di Disturbo Bipolare e relativi trattamenti “di nuova generazione”. Il problema esiste eccome,ed il dibattito nei paesi anglosassoni è vivace, essendo ormai assodato che i più recenti psicofarmaci o loro nuove “indicazioni” hanno apportato solo vantaggi a produttori e prescrittori più che ai fruitori finali ed ai bilanci della sanità pubblica.

  5. Mi pare interessante vedere, su questo argomento, il documentario prodotto dal CCHR (Citizens Commission on Human Rights) ente non a scopo di lucro, nato in USA per la vigilanza sulla salute mentale e reperibile nel sito http://www.cchr.org/

  6. laura bellodi

    senza entrare nel merito della questione dei conflitti d’interesse, vorrei attirare l’attenzione di coloro che in buona fede sollevano il problema delle “dignosi Inventate” a scopo di lucro su un elemento FONDAMENTALE DALLA PRIMA EDIZIONE DEL DSM
    Perchè fatti e fenomeni psicopatologici presenti in una persona ( riconosciuti come tali dalla psicopatologia e descritti fin dalla fine dell’ottocento) costituiscano elementi SIGNIFICATIVI PER UNA DIAGNOSI MEDICA E’ NECESSARIO CHE SIA RICONOSCIBILE UN SIGNIFICATIVO DISAGIO CREATO DALLA CONDIZIONE IN OGGETTO, OGGETTIVO SUL PIANO LAVORATIVO O RELAZIONELE O FAMILIARE
    Nulla quindi che sia “inventato” dagli specilisti, ma il contrario, la possibilità di raccogliere una richiesta di intervanto!!!

  7. DSM: Dedicato Solo alle Medicine
    EBM: evidence-based “Money”!!!!!!!!!!!