Medico, dimmi come ti aggiorni e ti dirò che uccello sei

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“Quando arriverò in Paradiso chiederò a Dio: Riusciremo mai a risolvere il problema del sovraccarico di informazioni scientifiche? Sicuramente! – sarà la sua risposta – ma non durante il corso della mia vita!”

Anche se – come enfatizzato dal botta e risposta con Dio – il problema del sovraccarico di informazioni non potrà mai essere risolto, Richard Smith ha delineato quattro strategie di aggiornamento dei medici, identificate da altrettanti volatili, più o meno simpatici.

La strategia dello struzzo. David Sackett, padre spirituale dell’Evidence-based Medicine (EBM), la definiva “strategia abdicativa”: infatti, i medici, adottando questa (non) strategia ignorano il “torrente in piena” delle nuove evidenze scientifiche.

La strategia del piccione. E’ la strategia più comune: si va in giro con i propri simili a raccogliere “bocconcini” d’informazioni scientifiche. Il medico partecipa a congressi, convegni e conferenze; segue (o si convince di farlo) alcune linee guida; si affida agli informatori scientifici per aggiornarsi sui nuovi farmaci; consulta un collega esperto di fronte a quesiti clinici complessi; occasionalmente sfoglia le riviste biomediche, ma impara più dai pazienti attraverso i ritagli di giornale, le stampe di pagine web, le storie raccontate in TV.

La strategia del gufo. È quella proposta dall’EBM, di fatto la meno utilizzata. Il medico identifica i propri gap di conoscenza che originano dalla consultazione con il paziente, ricerca sistematicamente le migliori evidenze disponibili, le valuta criticamente e le integra nelle proprie decisioni, tenendo conto della propria esperienza e delle preferenze del paziente.

La strategia della taccola. I medici integrano la strategia del piccione con la regolare consultazione di fonti secondarie: Cochrane Library, Clinical Evidence, linee guida, altre risorse evidence-based. Sfortunatamente, oltre al fatto che queste fonti presentano numerose aree grigie, le evidenze disponibili non sempre sono applicabili ai pazienti dell’assistenza sanitaria reale.

Quattro uccelli sono rappresentativi di tutte le modalità di aggiornamento del medico? Non me ne voglia Richard Smith, ma ”non c’è quattro senza cinque”…

Assolutamente certo che il sovraccarico d’informazioni non ha alcuna soluzione, suggerisco la strategia della gazza ladra: i medici, accettando serenamente che conoscere tutto è impossibile, oltre che inutile, devono ricercare le informazioni in maniera “opportunistica”, guidati dai gap di conoscenza identificati nell’incontro con il paziente, al fine di integrare nelle decisioni cliniche le migliori evidenze disponibili.

Se partiamo per una migrazione con uno stormo di nostri simili, esistono centinaia di percorsi alternativi, eppure scegliamo sempre quello più adatto alle nostre esigenze. E lo abbiamo fatto anche in era pre-Tom Tom!

 

Fonte: Cartabellotta A. Quali strategie usano i medici per aggiornarsi? M.D. Medicinae Doctor, marzo 2011: pag 8-9.

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