Ultraottantenni… passate più tempo con i vostri nipoti

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Nei miei ricordi d’infanzia, adolescenza e maturità il giorno dell’Immacolata è sempre stata una grande festa: era l’onomastico della zia Concettina, adorata sorella di papà scomparsa all’età di 83 anni. Donna straordinaria, con il nipote Nino al centro del cuore e del suo mondo, con mille acciacchi, ma poco incline a visite mediche e periodici controlli.

Ieri, 8 dicembre, il New England Journal of Medicine riporta la zia Concettina al centro dei miei pensieri, invitandoci a riflettere sull’opportunità di “allentare” la medicalizzazione degli ultraottantenni.

Anche se può sembrare paradossale, nonostante la consapevolezza che l’aspettativa di vita diminuisce inesorabilmente con l’avanzare degli anni, i medici evitano di discutere con i grandi anziani della loro prognosi, in particolare con quelli non affetti da malattie inesorabili a breve termine. Gli autori suggeriscono di “modificare radicalmente” questo paradigma di comunicazione: i medici dovrebbero sempre affrontare il tema della prognosi globale con tutti i pazienti anziani con una aspettativa di vita inferiore ai 10 anni, oppure a partire dall’età di 85 anni.

Non trascurando che le evidenze scientifiche su cui si basano le linee guida escludono sempre i grandi anziani e che i benefici di numerosi interventi preventivi richiedono tanto tempo per manifestarsi, mentre gli effetti avversi sono immediati, ecco alcuni spunti per allentare la medicalizzazione dei grandi anziani

  • Opportunità di continuare gli screening oncologici
  • Modificare i target nella gestione delle malattie croniche: emoglobina glicata, colesterolo, pressione arteriosa
  • Valutare l’appropriatezza degli interventi chirurgici ad alto rischio, quali la sostituzione della valvola aortica, la chirurgia elettiva dell’aneurisma dell’aorta addominale
  • Opportunità di iniziare la dialisi nei paziente anziani fragili con insufficienza renale
  • Prescrivere meno farmaci
  • Definire l’opportunità del ricovero in hospice

Quanto alle scelte di vita, gli autori suggeriscono ai grandi anziani di trascorrere molto tempo con i nipoti e… vi assicuro che la zia Concettina, che non leggeva il New England, a me ne ha dedicato veramente tanto. 

Fonte: Smith AK, Williams BA, Lo B. Discussing Overall Prognosis with the Very Elderly. N Engl J Med 2011;365:2149-2151

  1. Grande la zia Cocettina. Ma noi speriamo di morire più tardi e bene anche perchè fino ad allora lavoreremo.Un abbraccio Mari

  2. Non lasciamo limiti alla provvidenza, ma diamo un po’ di provvidenza a chi ha 55 anni (come me), 35 di contributi pagatissimi, 2 nipoti da nonna lontani 3000 kilometri, un totale di problemi fisici ed una stanchezza psicologica da decenni di lavoro in ospedale e di tentativi di trovare il modo, ora dopo ora, di lavorare nonostante il fisico non ce la faccia…mio nonno è morto a 72 anni, sembrava normale a tutti, si è detto…”era vecchio”…

  3. l’accanimento terapeutico, come quello diagnostico generalizzato e il distacco del medico dal paziente sono frutto di una involuzione professionale dovrebbe essere rivisitato vietato dai medici stessi.Non possiamo nasconderci che la Bindi con la sua riforma del Rapporto Unico a 38 ore dei Medici si è comportata come quel padre che pretendeva di educare il proprio figlio alla vita tenendo chiuso in una stanza e legato alla sedia. Tutti medici sono assunti con la qualifica di Dirigente Medico, in luogo degli 80-120 postiletto previsti dai DD.PP.RR. 128 – 130/1968 (RIFORMA OSPEDALIERA) per i quali erano previsti n. 1, n. 2 Aiuti, n. 4 Assistenti oggi ci sono le UOC DI 10 posti letto con 12 Medici Dirigenti. I medici non hanno più alcun contatto con il malato e si limitano a prescrivere TAC -RMN – ESAMI DI SANGUE di ogni ordine e grado. La prescrizione farmacologica è generalizzata e molte volte ingiustificata, ininfluente e dannosa quando è protratta nel tempo.Occorrerebbe recidere il cordone ombelicale che lega il Medico alle Società Farmaceutiche.Passaggio a part time dei giovani medici a tempo pieno e riduzione ogni 3 medici di 42 ore settimanale e conseguente riduzione della spesa.

  4. Caro Zio Nino,

    alle nostre latitudini mi sa che sarà molto difficile applicare una discussione con gli anziani, di recente ho detto alla mia mamma che già prende la pensione da 25 anni e ne ha 76 di anni come tu ben sai: “può darsi che vivi altri 20 anni” – ironicamente io – lei ha risposto meno ironicamente “non mettere limiti alla provvidenza”.
    In una sanità dove ancora si continuano a fare polipectomie e controlli preventivi della recidiva dei polipi ad ultra ottantenni sicuramente dovremmo porre qualche limite e se le società scientifiche non sono in grado di farlo dovrebbero provare a farlo almeno enti regolatori.
    W la zia concettina
    A presto