La terza rivoluzione dell’assistenza sanitaria

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A scuola non studiavo la storia con piacere, ma l’idea che mi sono fatto è che quando una rivoluzione è in fermento quelli al potere sono gli ultimi a saperlo.

Figuratevi una rivoluzione dove l’arma non è la polvere da sparo ma la conoscenza, l’artiglieria non è fatta da bombe o cannoni, ma da internet e dove i rivoluzionari sono cittadini e pazienti in gran parte ossequiosi e cordiali durante le consultazioni medico-sanitarie.

 

Ecco la terza rivoluzione dell’assistenza sanitaria – sconosciuta, invisibile, ignorata - che avrà un impatto altrettanto significativo delle precedenti.

La prima rivoluzione era basata sul buonsenso: l’acqua è stata separata dai liquami molto tempo prima che i microbiologi scoprissero i batteri che causano il colera e il tifo.

La seconda rivoluzione è stata guidata dalle scienze – chimica, ingegneria, fisica – che accanto a straordinarie invenzioni (aerei, plastica, elettricità), ci hanno dato la chemioterapia, i trapianti, le protesi artificiali. Questa rivoluzione ha determinato prodigiosi miglioramenti di salute, ma ha lasciato in eredità al terzo millennio cinque grandi problemi non risolvibili da ulteriori progressi delle scienze che l’hanno sostenuta:

  • il clamoroso fallimento della prevenzione non medicalizzata, quella determinata dal miglioramento degli stili di vita;
  • la limitata sicurezza dei pazienti, legata alla complessità e alla diffusione indiscriminata di troppe tecnologie sanitarie;
  • le ampie variazioni, nazionali, regionali e locali, nella qualità dell’assistenza sanitaria
  • l’ingente spreco di risorse economiche
  • le diseguaglianze relative sia all’accesso ai servizi sanitari, sia agli esiti assistenziali

Nella terza rivoluzione l’assistenza sanitaria rimane ancora relativamente “protetta”, ma il lavoro di tutti i professionisti sanitari e il ruolo dei pazienti sta subendo un inesorabile processo di trasformazione, come è già accaduto per le agenzie di viaggio o per le banche di investimento. La terza rivoluzione, guidata dai cittadini, dalle conoscenze e dalle tecnologie dell’informazione sta già creando nuovi servizi sanitari che, mettendo il paziente al centro del sistema, devono garantire una maggiore efficacia e sicurezza, ma soprattutto generare un maggior “ritorno” dalle risorse investite.

Purtroppo il potenziale impatto delle tecnologie dell’informazione è ancora sottostimato da molti decisori della sanità che, nella migliore delle ipotesi, ne percepiscono solo alcune applicazioni (telemedicina, fascicolo sanitario elettronico). In realtà, nel XXI secolo, Google, Microsoft, Cisco, IBM ed altri giganti avranno una enorme influenza sui sistemi sanitari, paragonabile solo a quella esercitata ancora oggi dall’industria farmaceutica.

Internet nei prossimi anni cambierà la prevenzione delle malattie, la promozione della salute e le modalità con cui finanziare ed erogare l’assistenza sanitaria sia perchè “non sono gli uomini che guidano la rivoluzione, ma è la rivoluzione che guida gli uomini”. (Joseph de Maistre), sia perchè non sempre vero che “per fare una rivoluzione ci vogliono due cose: qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione” (Woody Allen). 

Sulle note di Strangers in the Night… Buon Natale a tutti.

Fonte: Muir Gray JA. How to get better value healthcare. 2nd edition. Offox Press LTD, 2011

  1. Bel pezzo, ma manca la parte più importante:

    - tratto da “Sanità di Valore” di Sir Muir Gray e Walter Ricciardi, collana SIMM

    http://www.iniziativesanitarie.com/index.php?option=com_content&view=article&catid=51%3Aprimo-volume-collana-simm&id=199%3Apresentazione-primo-volume-collana-simm&Itemid=65

    • Nino Cartabellotta

      Carissimo, grazie per la segnalazione, ma in un post scritto la vigilia di Natale l’autore può dimenticare la citazione, adesso riportate in calce al post. In ogni caso, il testo è stato ripreso dal libro originale di Muir Gray (ultima edizione) e non dalla pagina da te segnalata che, ovviamente, ha la stessa fonte.
      Buon Anno

  2. Un dato su tutti gli stili di vita influenzano la riduzione potenziale della mortalità per il 43 % versus l’11 % dei servizi sanitari, ebbene in italia spendiamo il 90 % delle risorse per i servizi sanitari e solo l’1,5 % per gli stili di vita, ovviamente siamo fanalino di coda dei paesi OCSE….!!!
    Lo sanno i nostri politici, lo sanno i colleghi, lo sanno i cittadini….!!!
    Buoni propositi ma siamo lontanissimi
    Buoni propositi per tutti!

  3. Speriamo che questa terza rivoluzione, come la prima, dell’assistenza sanitaria sia soprattutto guidata dal buon senso…unica grande risorsa per il conseguimento di reali miglioramenti in tutte le epoche rivoluzionarie

  4. Lo capiranno i Colleghi?
    Tanti, veramente tantissimi Auguri