E se un giorno i diamanti diventassero caramelle?

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Mentre i portici e le vie di Bologna si colorano magicamente, le parole di Gaetano Curreri dipingono di nero il futuro: “Qui è come se domani non ci fossero più stelle, è come se diamanti diventassero caramelle è come se il mattino non portasse mai più il sole…”

Sì certo, la melodia degli Stadio è solo una canzone d’amore, ma se i “diamanti diventassero caramelle” che ne sarebbe del nostro futuro e, soprattutto, di quello dei nostri figli?

 

Considerato che oltre il 70% dei bilanci regionali è assorbito dalla spesa sanitaria, è inevitabile che uno degli ingredienti base della ricetta proposta da tutti i governi sia costitutito dai tagli alla sanità! In particolare, lunedì conosceremo i dettagli di tale ingrediente, inevitabilmente previsto dal governo Monti nella manovra finanziaria per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013.

Ma vogliamo continuare a credere che per garantire la sostenibilità del sistema sanitario pubblico bisogna tagliare, invece che ottimizzare? Razionare invece che razionalizzare? Alimentare le illusioni dei cittadini con false innovazioni che “sostengono” specifici interessi, invece che ridurre le loro aspettative nei confronti del ruolo della medicina nella salute pubblica?

Nell’ormai lontano 1999 - mentre gli Stadio cantavano “Lo zaino” al Festival di Sanremo - Richard Smith, già editor del British Medical Journal, aveva intuito che per garantire la sostenibilità del sistema sanitario pubblico l’azione più urgente ed efficace è intervenire sulle aspettative dei cittadini nei confronti di una “medicina mitica”. E a tal proposito Richard Smith ci ricorda che…

  1. la morte è inevitabile
  2. la maggior parte delle malattie gravi non può essere guarita
  3. gli antibiotici non servono per curare l’influenza
  4. le protesi artificiali ogni tanto si rompono
  5. gli ospedali sono luoghi pericolosi [in particolare quelli piccoli (n.d.a.)]
  6. tutti i farmaci hanno anche effetti collaterali
  7. la maggioranza degli interventi sanitari produce solo benefici marginali e molti non funzionano affatto
  8. gli screening producono anche risultati falsi negativi e falsi positivi
  9. oltre che acquistare indiscriminatamente tecnologie sanitarie, esistono altri modi per investire le risorse economiche

Ovviamente l’industria farmaceutica e tecnologica non può fermarsi e, con la “complicità collaborativa” delle istituzioni di ricerca, immette continuamente sul mercato vere e false innovazioni che aumentano sia le aspettative dei cittadini sia la spesa sanitaria.

Dal canto loro, le politiche sanitarie si occupano di organizzazione, finanziamento e gestione dei servizi, ma continuano a trascurare sistematicamente i fattori che influenzano la domanda di servizi e prestazioni sanitarie da parte dei cittadini, se non per soddisfare tutti i loro capricci quando si tratta di ottenere consenso (anche elettorale).

Il messaggio di Richard Smith deve concretizzarsi in misure istituzionali per alfabetizzare i cittadini sull’efficacia-appropriatezzasicurezza degli interventi sanitari. Misure tanto più urgenti quanto più la crisi economica costringerà questo esecutivo tecnico (e a quelli politici che verranno) a scelte sempre più difficili per decidere quali prestazioni garantire a tutti i cittadini, le cui aspettative sempre crescenti non potranno mai essere soddisfatte con le risorse disponibili.

Se da un lato dobbiamo continuare a credere (illudendoci?) che tali scelte istituzionali non sono e non saranno mai influenzate da conflitti di interesse, dall’altro dobbiamo facilitare le scelte della politica riducendo le nostre aspettative nei confronti di una medicina mitica.

Altrimenti… quando apriremo lo zaino dei nostri figli, i diamanti messi faticosamente da parte si saranno magicamente trasformati in caramelle! 

A proposito… visto che siete arrivati sino in fondo… eccovi il video ufficiale di “Diamanti e caramelle”.

 

Fonte: Smith R. The NHS: possibilities for the endgame. Think more about reducing expectations. BMJ 1999;318:209-21

  1. CHI LE POSSIEDE AVREBBE DELLE CARAMELLE RARISSIME

  2. ilaria frisoni

    Bellissimo articolo,lo stampo e lo affiggo in ambulatorio.
    Il tema dell’appropriatezza però richiede coraggio:non bastano linee guida, occorrono protocolli di ferro.La medicina difensiva è oggi una priorità innegabile e nessun giudice (o meglio nessun medico consulente del giudice) omette di sottolineare che deve essere messo in atto l’ultimo ritrovato tecnologico, l’ultima innovazione terapeutica,che quel particolare caso doveva essere indagato fino allo sfinimento delle risorse per guarire, salvare, far sopravvivere.Finchè si accetterà di pensare che quando si muore è solo per colpa di qualcosa o di qualcuno, l’appropriatezza è un’utopia.L’intervento terapeutico giusto, al paziente giusto nel modo giusto funziona solo se tutto va bene. In caso contrario giusto non lo è più, perchè ora, in medicina, si deve garantire sempre il risultato…

    • certo, bisogna fare i conti con la madicina difensiva….. Frutto del ns sistema che ci sottopone a rispondere penalmente di ogni ns operato!! …. Unici in europa….e a differenza di altre categorie di professionisti ( vedi commercialisti, notai, avvocati…)…..
      Poi , con i messaggi pubblicitari e attraverso i mass media, spesso i pazienti/clienti lla fine ottengono quello che vogliono loro e non quello che viene indicato dalla ricerca scientifica…

  3. Vincenzo Prestia

    Se il mondo politico lasciasse la possibilità a tutte le figure sanitarie (io sono infermiere) di attuare concretamente la “PREVENZIONE” e “L’EDUCAZIONE SANITARIA” e non desse in mano l’organizzazione sanitaria a dei burocrati ma agli operatori del settore che vivono quotidianamente i problemi forse buona parte degli sprechi e dei tagli potrebbero essere ridotti.

  4. in futuro per l’operatore sanitario la parola più importante deve diventare “APPROPRIATEZZA” e per l’utente “PARTECIPAZIONE” (alle spese).

  5. Marcella Asaro

    Sono perfettamente daccordo con te. Del resto la politica che favorisce “un fantastico” privato anzichè il pubblico sta già dando i suoi “frutti”, almeno in alcune regioni. Sono “frutti” che si ripercuotono dul diritto al benessere e alla salute dei cittadini e sulla diffusione di una cultura della “medicina mitica” che tutto può.
    L’unica divergenza d’opinione sul fatto che siano sempre gli ospedali piccoli quelli più pericolosi e sul fatto che non ho dubbi (come credo anche tu) che i conflitti d’interesse ci siano. Interpreto quindi la tua ultima frase come una provocazione. A questo punto non mi resta che chiedere c’è qualcosa che possiamo fare perchè i diamanti non si trasformino in caramelle e i modesti ma buoni e nutrienti biscotti del panificio non vengano “rottamati”?

  6. silvana vincis

    Scoprire che i diamanti siano diventati caramelle, credo che sia una visione alquanto ottimistica dell’eventuale futuro sociale, economico e sanitario… pensiamo al fatto che i nostri diamanti possano divenire qualcos’altro oltre alle caramelle, che per definizione dovrebbero essere almeno.. dolci! Condivido il fatto che la giusta direzione da percorrere sia ridurre gli sprechi, ma penso che sia arrivato il momento di sedersi attorno ad un tavolo e stabilire oggettivamente quale sia la “definizione di spreco”, solo successivamente decidere chi controlla cosa.

  7. andrea menegatti

    Alcune voltre noi professionisti della sanità (medici, infermieri) troviamo più facile percorrere la strada che sembra meno complicata e preferiamo dare “false innovazioni che aumentano sia le aspettative dei cittadini sia la spesa sanitaria”.
    L’alternativa vera sarebbe quella di comunicare e parlare ai “nostri pazienti” di come stanno veramente le cose, quali sono le reali speranze collegate ad una specifica situazione patologica o a una determinata pratica clinica.
    E’ veramente paradossale il fatto che si alimentano le illusioni dei cittadini con false innovazioni perchè non riusciamo a spiegare l’inutilità di una pratica clinica, di una terapia o di un esame diagnostico in assoluto o in quella specifica situazione (ad esempio nel malato terminale).
    Anche questa è una delle ragioni per le quali non si va nella direzione giusta dell’appropriatezza cercando in continuazione delle soluzioni che non sortiscono risultati accettabili.
    Sembra quasi che vi sia sempre la necessità di tirare fuori qualcosa di nuovo l’arma che permette di ottenere comunque dei risultati.
    Alla fine questa scelta però sempre più spesso finiamo per pagarla anche a caro prezzo sotto il punto di vista dell’insoddisfazione dei malati e dei famigliari, delle denunce in ambito sanitario che molte volte sono collegate alle eccessive aspettative che vengono ingenerate al malato o ai suoi parenti ed amici.

  8. Ho linkato col mio di facebook: I do agree!
    Segnalo a “zio Nino” e a tuttiquelli che leggono questo Blog la pagina di CNAI (Consociazione nazionale delle Associazioni infermiere/i). Cerchiamo di fare la nostra parte per una sanità migliore ed equa.

  9. se i diamenti diventassero caramelle De Beers smetterebbe di imperversare per l’Afrika e qualche Stato troverebbe la sua via alla pace, senza mercanti stranieri a fomentare dissidii.
    Noi comuni mortali sprovvisti di diamanti manterremmo i denti sani; quelli con qualche diamante o più vedrebbero semplicemente aumentare il rischio di carie.
    Sarebbe invece di gran giovamento ai poveri cristi di tutto il pianete se noi “tecnici della salute” tenessimo conto dei nove sani (e per un certo verso addirittura ovvii) principi di Smith.

  10. DANIELA ANTENUCCI

    Lo scenario triste e minaccioso….con le stelle che si spengono e le pietre preziose che diventano piccoli dolciumi portatori di malattia..e gli “avvisi ai naviganti” di Richard Smith, accanto alla consapevolezza che the show must go on, impone un capolinea dove tutti si assumano responsabilità permanenti di onestà intellettuale per una riorganizzazione consapevole basata sulla formazione, sulla conoscenza e sul controllo della qualità. DIco molto ch finiremo di sognare per vivere un sistema di meritograzia? Bravo Cartabellotta, ma cerchi di penetrare le politiche sanitarie in maniera capillare.

  11. condivido, la direzione giusta è quella dell’appropriatezza:ogni esame inutile è uno spreco di risorse che nessuno dovrebbe permettere.
    Ma chi controlla ?

  12. …….SCRITTA IERI

    “L’informazione elargita dai media su medicina, salute, e farmaci continua ad avere (e questo sembra un vizio inguaribile) toni apodittici:
    le cure sono miracolose, i farmaci rivoluzionari, le scoperte sensazionali.
    L’idea è di essere a un punto svolta.
    I più ingenui e i meno scettici ci cascano”.

    (I. Illich, Nemesi Medica 1976)