Screening mammografico: la rivoluzione arriva dal Canada

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La Canadian Task Force on Preventive Health Care ha pubblicato il 22 novembre le nuove linee guida per lo screening del carcinoma della mammella nelle donne a medio rischio.

Non raccomandato lo screening di routine per le donne di età compresa tra 40 e 49 anni; esteso l’intervallo di controllo a 2-3 anni nella fascia 50-74 anni; bocciati l’esame clinico del seno di routine e l’autopalpazione nelle donne asintomatiche.

Ecco in sintesi le raccomandazioni chiave: 

Mammografia

  • 40–49 anni: la mammografia di routine non è raccomandata perchè il rischio di neoplasia è basso, mentre è elevato il rischio di falsi positivi, sovra-diagnosi e sovra-trattamento.
  • 50–69 anni: screening mammografico raccomandato ogni 2-3 anni
  • 70–74 anni: screening mammografico raccomandato ogni 2-3 anni

Risonanza magnetica: screening non raccomandato in nessuna fascia di età

Esame clinico del seno e autopalpazione: non raccomandati

Nell’editoriale di accompagnamento Peter Gøtzsche conclude che ”se lo screening fosse stato un farmaco sarebbe stato ritirato dal mercato”, mentre il nostro prof. Veronesi sarebbe favorevole a estendere lo screening anche nelle donne sotto i 40 anni.

Personalmente ritengo che, anche riportando le migliori evidenze scientifiche, chi sostiene posizioni estreme dovrebbe sempre dichiarare i propri conflitti di interesse!

Fonti

Canadian Task Force on Preventive Health Care. Recommendations on screening for breast cancer in average-risk women aged 40–74 years. CMAJ 2011;183:1991-2001.

Gøtzsche PC. Time to stop mammography screening? CMAJ 2011;183:1957-8.

 

  1. Ho proposto anch’io delle lienee guida varie volte ma è difficile farle recepire a coloro i quali hanno enormi conflitti di interessi…………
    Ritengo che quello che ad oggi si fa in Italia per il tumore della mammella sia giusto compresa, in casi selezionati, la RM.

    Mortalità per TUMORI in Italia dal 1970 al 2009
    Tasso grezzo: misura la frequenza reale dei tumori
    Tumori della mammella:Mortalità ogni 100.000 abitanti 0-74 anni
    Diapositiva che non ho potutto copiare ed alla quale rimando, così come alle altre pubblicate sul mio sito:www.vincenzovigna.it

    Emerge da dati ministeriali, fra l’altro, che le donne Calabresi pur partendo avvantaggiate rispetto alle donne Lombarde negli anni 70 (aria, figli,allattamento, alimentazione, ecc), negli ultimi anni le due curve si stanno avvicinanzo nel senso che in Lombardia (grazie allo screening ben diffuso ed alla terapia) la mortalità sta diminuendo, mentre in Calabria, in particolare la didascalia della diapositiva:

    Si noti che in alcune regioni (es. 2: Lombardia) dove lo screening per il tumore della mammella è più diffuso da tempo, la mortalità dal 1990 è in diminuizione. In altre regioni, dove è meno diffuso lo screening del tumore della mammella, purtroppo la mortalità è ancora in aumento (es. 2: Calabria)
    Saluti Vincenzo Vigna‏

  2. Già da anni Gøtzsche aveva dimostrato che le prove della utilità dello screening mammografico erano favorevoli solo negli studi condotti male, mentre gli studi condotti bene non dimostravano l’esistenza di prove a favore.
    Questo se si considera come prova di risultato la domostrazione di una riduzione della mortalità totale.
    Se prendiamo invece come prova gli indicatori di processo (numero di “cancri” asportati, diminuzione della mortalità per tumore…) le “prove” funzionano.
    Ma probabilmente solo per effetto dei 3 bias caratteristici dello screening (lenght time, lead time. overdiagnosis).
    Purtroppo in casi come questo i conflitti di interesse -nel senso economico del termine- sono poca cosa rispetto al bisogno psicologico di credere che la propria attività abbia un significato di utilità per gli altri. Come è il caso di Veronesi.

  3. luigia atorino

    Un paio di anni fa, in occasione dell’aggiornamento delle linee guida Uspstf per la mammografia, mi avevano colpito i numeri che uno dei maggiori oncologi italiani aveva citato: mentre nel gruppo tra i 40-49 anni, il numero di donne che devono ricevere una mammografia per salvare una donna dalla morte per tumore al seno è 1.904, in quello tra i 50 e 59 anni il numero di donne da sottoporre a controllo è molto inferiore, pari a 1.339 e il vantaggio maggiore si ha nel gruppo di donne tra i 60 e 69 anni dove si arriva a 377.
    A me sembra che questi numeri parlino chiaro!