Lo strano caso di EllaOne: contraccezione o aborto?

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Da ieri via libera anche in Italia a ellaOne, la pillola dei cinque giorni dopo. Il farmaco, disponibile all’inizio del 2012, sarà  soggetto a prescrizione medica e a totale carico del cittadino.

L’indicazione terapeutica ufficiale è Contraccettivo d’emergenza da assumersi entro 120 ore (5 giorni) da un rapporto sessuale non protetto o dal fallimento di altro metodo contraccettivo.

L’articolo 3 della determina AIFA non lascia alcun dubbio sulla natura del farmaco che “può essere utilizzato come contraccettivo di emergenza, fermo restando l’esclusione di una gravidanza in atto prima della somministrazione; la prescrizione del farmaco è dunque subordinata alla presentazione di un test di gravidanza (ad esito negativo) basato sul dosaggio dell’HCG beta [...].

Lungi da qualunque posizione etica, morale o religiosa, ritengo indispensabili tre precisazioni scientifiche per informare correttamente le scelte delle donne che decideranno di assumere ellaOne e dei medici che intenderanno prescriverlo.

  • Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inizio della gravidanza non coincide più con la fecondazione, ma con l’annidamento in utero dell’embrione. Questa rivoluzione semantica relega l’embrione in viaggio verso l’utero in un evanescente limbo spazio-temporale dove un farmaco abortivo diventa contraccettivo.
  • Il test raccomandato per escludere una gravidanza (beta-HCG) è positivo dopo almeno 7 giorni dalla fecondazione, quando l’embrione si è già annidato in utero. Di conseguenza, se la fecondazione è avvenuta, ma l’embrione non si è ancora annidato il test sarà (falsamente) negativo.
  • ellaOne deve essere prescritta entro 5 giorni dall’amplesso a rischio, dietro presentazione di “presentare un test di gravidanza (ad esito negativo) basato sul dosaggio dell’HCG beta”. Ma quando, secondo le autorità regolatorie,  la donna dovrebbe effettuare il prelievo considerando anche i tempi tecnici? Verosimilmente non oltre il 3°-4° giorno, quando la probabilità che la beta-HCG sia positiva è molto bassa. Potrebbe esserci una verità nascosta? Sì, identificare la donna gravida con avvenuto impianto dell’embrione in utero, per evitare che assuma il farmaco, potenzialmente dannoso per il nascituro.

Caro ellaOne indubbiamente sei molto bravo nell’impedire la nascita di figli indesiderati, ma con due modalità differenti: se l’ovulazione non è ancora avvenuta ti vesti da Dr. Jekyll (contraccettivo) e puoi bloccarla, ma se l’embrione è in viaggio verso l’utero, sai come impedirgli di annidarsi e allora… diventi Mr. Hyde (abortivo).

Benvenuto ellaOne… sulla terra siamo già in troppi!

  1. Enrico Silvetti

    Altro che dependance del Vaticano!Siamo la società del pensiero unico manovrato dalle multinazionali!! Dove le varie società ” scientifiche” si allineano per meri interessi di bottega!Per amore di verità vorrei specificare che l’Ulipristal acetato non ha solo un’azione ritardante o bloccante l’ovulazione, ma visto che appartiene alla stessa classe del RU 486, ha anche un’azione abortiva impedendo l’annidamento dell’embrione nell’endometrio. Inoltre il previsto dosaggio della b-hcg non credo sia utile visto che questa molecola è prodotta solo dopo l’impianto dall’embrione. Vedi letteratura, in particolare :http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21944187 e http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21666088. Un semplice ginecologo. Enrico Silvetti

  2. Siamo proprio una dependance del Vaticano, altro che Stato Laico. Ricordo l’appello che la Società Italiana della Contraccezione (Sic) e la Società Medica Italiana per la Contraccezione (Smic), con il supporto della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) hanno rivolto all’Aifa in cui si chiede che si allinei a quanto raccomandato da tutte le altre agenzie regolatorie internazionali che non subordinano la prescrizione dell’Ulipristal acetato – la cosiddetta ‘pillola dei cinque giorni dopo’ – all’esecuzione del test ematico per escludere una gravidanza in corso.
    Su questa falsariga rammento che proprio giovedì scorso, in un editoriale sulla prestigiosissima rivista New England Journal of Medicine (la rivista medico-scientifica con il più alto Impact Factor a livello mondiale!) si ci lamentava del fatto che in USA c’era stato un intervento irrituale da parte politica sulla FDA per bloccare la liberalizzazione senza obbligo di ricetta della “pillola del giorno dopo” per le donne fino a 16 anni. Com’è noto in USA e in tutto il mondo, la “pillola del giorno dopo” è, almeno dall’età di 17 anni in su, un farmaco da banco, senza obbligo di prescrizione medica. Unica eccezione è… l’Italia, ovverosia la dependance del Vaticano, dove vi è l’obbligo di ricetta. In conclusione, l’Italia è un Paese laico quanto l’Iran, dove la religione è più importante della Scienza.

  3. questa pillola (come le altre precedenti) non prende in considerazione la salute (nè tantomeno la dignità) della donna e del bambino…i dati di tossicità riproduttiva sono insufficienti e non sono stati condotti studi di carcinogenicità …e magari tra qualche anno si scopriranno dei seri effetti collaterali.
    Questo post, come tutti gli altri è molto interessante, perchè fa riflettere ed è un ottimo brainstorming.
    Grazie!-:)

  4. Come mamma di tre adorati bambini tutti venuti al mondo senza alcuna programmazione mi chiedo: se proprio non ci si sente pronti a diventare genitore, perchè correre ai ripari il “giorno dopo” o “entro 5 giorni” e non pensarci per tempo proteggendo il rapporto sessuale?
    È in gioco la vita di un bambino e a mio avviso un atteggiamento responsabile nonché una valutazione morale sono obbligatori per tutti! È vero sulla terra siamo in tanti…cerchiamo almeno di starci nel modo migliore!!!