L’agonia senza fine del malato terminale

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La letteratura medica non riporta alcun caso di malato terminale la cui agonia dura vari mesi. Addirittura, nel caso in questione, nonostante vari luminari della medicina abbiano ripetutamente constatato il decesso, si è sempre trattato di morte apparente.

Forse allora non si tratta di malattia in fase terminale, ma di stato vegetativo persistente, dove – a fronte di conservate funzioni vitali – l’elettroencefalogramma piatto apre le note questioni etiche che “obbligano alla vita” un paziente, di fatto, morto.

Possiamo affermare che oggi – the day after – il paziente è deceduto? No… ha solo dichiarato le intenzioni di farlo, ma gli serve ancora un po’ di tempo per organizzare un funerale in grande stile.

Beh… in ogni caso proviamo a tracciare un bilancio per la sanità di questa agonia senza fine.

Accanto a numerosi provvedimenti rilevanti rimasti al palo (governo clinico, testamento biologico, riforma degli ordini, sperimentazioni cliniche, federalismo sanitario, costi standard) solo pochissimi sono andati in porto (legge sul dolore e progetto delle farmacie dei servizi).

Rimane sulle spalle dei successori la pesantissima eredità delle manovre finanziarie: un colpo di scure di quasi 12 miliardi di euro alla sanità pubblica, il ticket di 10 euro sulla specialistica, le misure sul pubblico impiego (sanità inclusa) con il blocco dei contratti e del turn over.

Last, but not least, un pizzico di rammarico per l’impossibilità del Ministro Fazio a tradurre in provvedimenti legislativi efficaci la sua fiducia nell’evidence-based medicine e nel governo clinico.

Chissà se avrà la possibilità di farlo nel prossimo futuro…

 

 

  1. Grazie del chiarissimo, seppur tristissimo, e forse a molti sconosciuto, quadro tracciato sul bilancio per la sanità pubblica che la lenta agonia del personaggio in foto ha determinato.
    Prima di morire farà un esame di “coscienza”? Dubito che la possegga! Ma almeno rifletta sulle conseguenze causate alla salute di tanti sfortunati malati.