Le taglie di Miss Italia e la normalità nei test di laboratorio

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Intento a fare altro, uso spesso la TV come la radio… attivando solo il senso dell’udito e stasera, ascolto che la grande novità di Miss Italia 2011 è lo sdoganamento della taglia 44, sinora bandita dalla kermesse annuale di Montecatini Terme.

L’opportunità offerta a nuove aspiranti miss, suona come uno slogan contro le modelle anoressiche degli ultimi anni, sottolineando quanto il concetto di normalità sia fortemente influenzato da ciò che, in un determinato momento storico, è socialmente e culturalmente desiderabile.

Sapete che per i test di laboratorio, accanto a definizioni statistiche, il concetto di normalità è influenzato anche da quello che si ritiene culturalmente desiderabile?

Beh… se fosse così ritengo che ogni anno centinaia di migliaia di ettolitri di sangue continuerebbero a scorrere indisturbati nelle vene di cittadini in ottima salute, tanto inclini al salasso da checkup periodico, quanto restii a donare il prezioso fluido.

Dalla desiderabilità culturale prendo spunto per esemplificare le conseguenze della definizione statistica di normalità di un test di laboratorio.

Qualunque sia il test eseguito (glicemia, azotemia, transaminasi, etc) esiste il 5% di probabilità che il risultato sia falsamente positivo, ossia che la sua “non normalità” sia solo statistica, mentre noi siamo in perfetta salute.

Tale probabilità aumenta vertiginosamente con il numero di esami eseguiti: effettuando 5 test, la probabilità che almeno uno sia un falso positivo è del 23%, con 20 test schizza al 64%. (Sackett DL. Clinical diagnosis and the clinical laboratory.Clin Invest Med 1978;1:37-43)

In pratica: se state bene e un test di laboratorio è fuori norma, prima di sottoporvi frettolosamente ad approfondimenti diagnostici invasivi e/o molto costosi per il sistema sanitario, chiedete al vostro medico di ripetere solo il test “incriminato” dopo 7-10 giorni.

Se dovesse risultare normale, non è magia. miracolo o grazia ricevuta, ma avete assistito al fenomeno della regressione verso la media, una fluttuazione statistica che ha riportato alla normalità un falso positivo.

Frizzi ha incoronato la nuova reginetta e a me, tra statistica e “desiderabilità sociale e culturale”, vien da pensare che nei prossimi decenni Miss Italia potrà fluttuare tra i due estremi di una gaussiana: dallo scheletro rivestito di cute taglia 38, all’abbondante mediterraneità che contiene a fatica forme esplosive nella taglia 48!

Per quest’anno, se l’occhio non mi inganna, delle tre sul podio ha vinto… una 42 scarsa!

Lunga vita a Miss Italia!