I manager della sanità alla scuola della Toyota?

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La scuola è iniziata solo da poco, ma è già tempo di verifiche. Oggi, infatti, vi aspetta un test a scelta multipla per rispondere al titolo del post.

 

Risposta 1. La guida delle aziende sanitarie italiane è incompatibile con quella delle automobili giapponesi?

Risposta 2. Qualche industria farmaceutica o tecnologica ha sponsorizzato una convention in Giappone?

Risposta 3. La Toyota, grazie a un recente accordo di marchionniano stampo, fornirà le ambulanze per tutti gli ospedali italiani?

Scherzetto o dolcetto? Sì è vero scusate, mancano ancora 40 giorni ad Halloween, ma le risposte sono tutte sbagliate!

Il titolo del post nasce dal mio articolo pubblicato ieri dal Sole 24 Ore Sanità e ripreso anche dalla rassegna stampa del Ministero della Salute.

Taiichi Ohno (1912 – 1990) era un ingegnere giapponese,  padre del sistema di produzione Toyota e della filosofia giapponese di management conosciuta come Just in time (JIT). Secondo Ohno, bisogna ottenere il massimo risultato dalle risorse investite evitando gli sprechi, definiti come tutte ”attività umane che consumano risorse senza produrre valore”. Se il linguaggio è troppo tecnico per i non addetti ai lavori, l’usciere che legge la Gazzetta dello Sport è un mirabile esempio di spreco!

L’ingegnere giapponese ha lasciato agli atti del management industriale un ”settalogo” del modello Toyota che ho provato ad adattare, senza particolari sforzi, al management sanitario.

1. Massimizzare l’utilizzo di strutture e tecnologie

2. Ridurre le scorte di magazzino

3. Ridurre il costo degli staff non-clinici

4. Ridurre gli sprechi di tempo

5. Erogare l’assistenza nel “posto giusto”

6. Ottimizare l’impiego delle risorse umane

7. Ridurre i costi di acquisizione di farmaci, dispositivi ed altre tecnologie sanitarie 

Oggi tutti puntiamo il dito contro il sistema sanitario, che taglia invece di ottimizzare, ma ci preoccupiamo poco di eliminare gli sprechi dimenticando che Pantalone paga solo formalmente: il Servizio Sanitario Nazionale è finanziato con la fiscalità generale che attinge sia dai professionisti che prescrivono test diagnostici e farmaci inutili, sia soprattutto dalle tasche dei cittadini che consumano risorse in maniera inappropriata.

La prova del nove? Quando una Regione ha un deficit sanitario molto elevato (e va al cosiddetto piano di rientro) aumenta l’addizionale regionale!

  1. Dove sono le evidenze? Il sistema Toyota applicato in sanità implica il ritorno alle aree funzionali. In una branca, quella medica in cui l’aggiornamento specialistico contnuo è obbligatorio e spesso difficile da conseguire, dove la sfida
    è la qualificazione professionale tornare a tale organizzazione è anacronistico.
    Per favore, metodo scientifico ! Dove sono i parametri che tale sistema dove è stato applicato funziona? L’OMS nel 2000 2007 ci poneva al secondo posto come sistema sanitario per efficienza in rapporto Alla spesa dopo la Francia mentre il SS anglosassone e hli Usa erano agli ultimi posti!!! Prima di costruire addirittura ospedali impostati in tlal senso non era meglio correggere i difetti ( pardon le criticità ) di questo sistema?non é tutto oro quello che parla inglese o giapponese! Clinton mandò i suoi esperti a vedere il nostro SS per capire come facevamo ad avere una buona sanità con una spesa del 6,8 del nostro Pil! Cerchiamo di non peggiorare

  2. Fine ultimo della Toyota è il profitto,fine ultimo delle aziende sanitarie dovrebbe essere la salute. Sono possibili parallelismi?

  3. Il blog è un utile strumento che può far dialogare colleghi lontanissimi ma vicini per visione o idee.
    Gli sprechi ci sono sempre stati e ci saranno sempre se poi a pagare non è chi viene investito di potere decisionale (dirigere vuol dire prendere decisioni) e non le prende nei modi e nei tempi giusti.
    Dove lavoro hanno cambiato a distanza di poco tempo le porte, la prima volta erano riciclate fatte passare per nuove. Oppure si permette ad un neurologo di passare nove ore senza fare nulla se non giocare con il computer ( molto pericoloso e demotivante per chi lavora affrontando mille difficoltà).

  4. domenica costantino

    Condivido tutto, come la maggior parte degli operatori sanitari, penso. Mi chiedo: quanto di quello di cui si parla è a conoscenza dei, e condiviso dai, nostri Direttori Generali? Mi piacerebbe che si passasse finalmente dalla teoria alla pratica. Non so se è già stato fatto, ma, forse, sarebbe utile che i prossimi corsi GIMBE (ovviamente con taglio specifico) fossero rivolti alle Direzioni strategiche, alle strutture di staff, agli “amministrativi”. Non so, però, se e quanto servirebbe (a volte le dinamiche poi sono altre…). Carino il blog!

    • alessandra minardi

      Concordo. Caro Nino Cartabellotta invita il DG attuale del S.Camillo Forlanini di Roma Dott. A. Morrone. Magari lo illumini d’immenso!

  5. Gian Franca Ricci Maccarini

    Salve,
    da Medico di Medicina Generale condivido al mille per cento i sette principi enunciati , ma da prescrittore sempre accusato di sprecare risorse , avrei una domanda : le Aziende Asl applicano a loro stesse questi principi ?
    Lavoro a Ravenna , che lei ben conosce o conosceva per aver condotto corsi sulla Medicina Basata sulle Evidenze , ai quali ho partecipato e vedo solo tagli sulla qualità del lavoro medico , e sprechi es : un responsabile di Dipartimento che si reca oltre oceano per studiare l’organizzazione dei Consultori in un Paese dove non esiste Sistema Sanitario Nazionale ….
    Non aggiungo altro augurandole buon lavoro

    Dr.ssa Ricci Maccarini Gian Franca
    MMG a Massa Lombarda